Luoghi comuni da sfatare - Capire i Vangeli

Stella
Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Luoghi comuni da sfatare

INTRODUZIONE



Le principali fonti di errore nelle nostre conoscenze bibliche (in particolare dei Vangeli), derivano principalmente da:




Tradizione


 

Convinzione errata

Come stanno le cose

 

Maria ed Elisabetta erano cugine.

Non si sa. Il vangelo ci dice solo che erano parenti.

 

I Re Magi erano tre e i loro nomi erano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.


  • Non  si  sa. Si  parla  di  tre doni, non  di  tre  persone.

  • I nomi non sono indicati.

  • Non è detto che fossero Re. Magi è il plurale contraffatto di mago (astrologo? sacerdote?)

I magi rappresentano gli "altri". Mentre il potere politico e religioso ebraico rifiuta Gesù, i gentili, i pagani, gli emarginati lo accolgono

 

Per salvare Gesù da Erode, Giuseppe e Maria fuggono in Egitto con un asino. Maria stava sull'asino.

Nei Vangeli non c'è scritto. Peraltro è un immagine in contrasto con la cultura orientale del tempo: se anche ci fosse stato un asino era improbabile che fosse Maria a cavalcarlo.

 

Gesù, portando la croce, cade tre volte.


Non cade mai. Matteo, Marco e Luca precisano, inoltre, che la croce viene fatta portare a Simone di Cirene. Anche gli incontri con la Madre e la Veronica (che gli asciuga il volto) non sono menzionati nei Vangeli ma sono frutto della tradizione. Gesù incontra genericamente delle donne che si battono il petto e si lamentano per lui.

 

Giuda tradisce Gesù per trenta denari.

Giuda tradisce Gesù in cambio di trenta monete d'argento.

 

Il Calvario è un monte.


Il Calvario (o Gòlgota) è un luogo. Non è precisato se sia o meno un'altura.



Traduzioni errate


I Vangeli sono stati scritti in greco, che, a quel tempo, era la lingua "universale", tipo l'inglese nel mondo d'oggi. Eppure lo studio dei testi originali, da parte della cultura cattolica, è ripreso solo dopo il Concilio Vaticano II.

Per molti secoli ci si è basati sulla traduzione dell'Antico Testamento e la traduzione e/o revisione di precedenti versioni in latino del Nuovo Testamento, operate da San Girolamo alla fine del 300 (la cosiddetta Vulgata).
A San Girolamo va il merito di essersi cimentato in un'opera mastodontica ma, confrontando la traduzione latina con gli originali greci, possiamo riscontrare numerosi divergenze, in grado, in taluni casi, di stravolgere il significato del testo.

Vangeli e Atti degli Apostoli

E chi non conosce il greco? Personalmente ho trovato utilissimo il libro Vangeli e Atti degli Apostoli - Interlineare - Greco Latino Italiano, Edizioni San Paolo, 2005. In esso è presente, oltre alla versione in italiano, adattata alle esigenze della nostra lingua, una traduzione interlineare dal greco che,  riga per riga, riporta il significato letterale delle parole.

Confrontiamo ora alcune frasi e notiamo la differenza di significato derivante da una traduzione sbagliata.

 

Traduzione errata

Originale greco

 

Ho anche delle altre pecore, che non sono di questo ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce e vi sarà un solo ovile sotto un solo pastore. (Gv 10, 16)


E ho altre pecore che non sono di questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la  mia voce e diventeranno un solo gregge,  un solo pastore.

Sostituire la parola gregge con ovile determina una profonda alterazione del significato. Il gregge è l'insieme delle pecore, la "comunità", l'ovile è il tempio, la chiesa, l'istituzione religiosa. Con questa traduzione si è legittimata nei secoli la pretesa delle varie chiese di ergersi a unico ovile. Da qui le guerre di religione che hanno infangato la parola di Gesù, attuando nella pratica proprio quello che Egli era venuto a distruggere.

 

Gesù nei Vangeli compie molti miracoli.


Negli originali greci dei Vangeli la parola "miracolo" non  viene  mai usata; i termini utilizzati per le azioni straordinarie compiute da Gesù sono: segni, opere, prodigi. L'argomento viene approfondito nella pagina Miracoli: facciamoli.

Concentrare l'attenzione sul segno  aiuta a coglierne il significato reale (i "segni" rimandano sempre a un contenuto). Cosa ci vuol davvero dire l'evangelista, al di là dell'evento straordinario, miracoloso? Questa è una domanda che dovremmo sempre porci. Solamente trovandone la risposta diventano molto più chiare frasi come questa: "In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste..." (Gv 14, 12) .

 

"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà". (Lc 2, 14)

"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama".

L'espressione "buona volontà" introduce la categoria del merito, assente dal testo greco.

Dio non porta la pace a chi la merita ma a tutti gli uomini perché li ama.

 

Gesù ci invita alla penitenza e al digiuno.


Ma quando mai!

"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo" (Mc 1,15)
"Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!" (Mt 3,2)
"... Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati." (Mc 1,4)
"... questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo se non con la preghiera e il digiuno (Mc 9,29)

Nelle frasi citate le parole "convertitevi" e "conversione" (= cambiamento) sono state tradotte in passato con "pentitevi" e "penitenza". E quante persone purtroppo hanno messo in pratica questo invito assurdo e sbagliato.

Nel caso del digiuno non si tratta neppure di un errore di traduzione ma di un'aggiunta gratuita: la parola è infatti assente dai testi originali.



Titoli nei Vangeli


I titoli nei Vangeli non sono stati scritti dagli evangelisti ma dai traduttori o dagli editori. La loro funzione è quella di introdurre l'argomento ma, a volte, condizionano chi legge su quello che seguirà.

 

Titolo

Come stanno le cose

 

Prima moltiplicazione dei pani


L'attenzione come al solito viene dirottata sull'evento straordinario. Ma cosa dice Gesù ai discepoli quando gli suggeriscono di congedare la folla perché possa andare nei villaggi a comprare da mangiare?

"Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare". Poi "prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà..." (Mt 14, 16-20)

In realtà Gesù non moltiplica il pane, ma, spezzandolo, lo divide, lo con-divide con la gente. Anche nel nostro tempo se noi abbiamo pane (= discepoli) possiamo scegliere di (con)dividerlo con gli altri (=folla) e, in tal modo, lo "moltiplichiamo".

 

Il ricco cattivo e il povero Lazzaro

Leggendo la parabola del ricco e Lazzaro ci rendiamo conto che il ricco non è cattivo, non fa del male a Lazzaro: semplicemente non lo vede. Ed è questo il motivo della sua condanna. La ricchezza vive concentrata su se stessa e non si accorge della miseria che la circonda: la sua colpa è l'indifferenza e la cecità.

 

La cacciata dei mercanti dal Tempio


Vediamo quello che dice l'evangelista:

"Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio". (Mc 11, 15)

Quindi non solo chi vende ma anche chi compra. Gesù non se la sta prendendo con una categoria di persone ma con un intero sistema. Ed è quello di cui parlerò nella pagina seguente Religione o Fede.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
Pagina Precedente
Inizio pagina
Pagina Successiva
 
Torna ai contenuti | Torna al menu